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Immagine del redattoreGiovanni Rusconi

I tempi di esposizione nelle foto di matrimonio

Aggiornamento: 28 giu 2020


I tempi di esposizione nelle foto di matrimonio

La fotografia di matrimonio, e non solo, comporta molti aspetti tecnici, che un bravo fotografo professionista deve conoscere.


Tra questi, I tempi di esposizione, o di posa, sono uno degli elementi più importanti, perché da loro dipende la nitidezza dello scatto finale.


Cosa sono I tempi di esposizione della fotografia

Partiamo subito dalla definizione di tempo di esposizione, o tempo di posa. Ovvero del tempo che regola la quantità di luce che arriva al sensore in modo che la luminosità della fotografia sia sempre corretta e naturale.


Maggiore è il tempo di posa, maggiore è la luminosità dello scatto. Viceversa, una variazione in diminuzione produce fotografie più scure.


Come sempre, dalla teoria alla pratica le cose cambiano. Infatti ci sono circostanze in cui diventa necessario per il fotografo di matrimonio forzare il tempo di esposizione in modo da ottenere l’effetto desiderato. Per esempio, nel caso si voglia eseguire uno scatto creativo particolarmente esposto.


Stando all’aperto o in uno studio con la luce giusta, è possibile usare tempi brevi e avere foto perfette, ma naturalmente non è così nel caso di un matrimonio. Specialmente durante lo sposalizio in chiesa: un ambiente tipicamente non ideale in termini di illuminazione. In questo caso come si fa?


Benché quasi sempre sia la fotocamera a scegliere il tempo di posa in automatico, l’arte della fotografia richiede improvvisazione ed esperienza. Ecco perché conviene sempre rivolgersi a un fotografo di matrimonio professionista, anziché a uno improvvisato.


Infatti serve una mano molto ferma, capace di tenere la fotocamera immobile anche quando non è possibile ricorrere all’aiuto del cavalletto. Situazione in cui mi trovo spesso in chiesa, poiché è necessario cambiare continuamente posizione per fotografare la cerimonia nuziale da più angolazioni senza dare fastidio agli sposi, al don e agli invitati.


Bisogna sempre tenere a mente che si tratta di un rito sacro e che dunque ci sono delle regole ben precise. Ad esempio, il fotografo di nozze può avvicinarsi solo in alcuni momenti, come il battesimo, lo scambio delle promesse e degli anelli, e la comunione. Altrimenti dobbiamo essere invisibili!


Solitamente, si deve ricorrere a un tempo di apertura del diaframma di 1/60 o più lungo. Ma vediamo quali sono tutti I principali tempi di apertura e quando è opportuno usarli.


I principali tempi di apertura del diaframma per fotografare le nozze

Esistono diversi tempi di esposizione, a seconda del soggetto da fotografare. Partiamo da quelli più utilizzati dai fotografi di matrimonio come noi dello studio fotografico fotografi degli sposi di milano.


Come anticipato, I tempi di apertura più adatti a una cerimonia in chiesa o a un’unione civile, sono I tempi di esposizione più lunghi. Questo perché I soggetti, tipicamente, sono fermi o compiono movimenti piuttosto rallentati. In questo caso, quindi è necessario impostare un tempo di 1/60 di secondo o inferiore, al fine di essere certi che le foto non vengano “mosse”.


Tuttavia non è sempre così. Spesso durante lo sposalizio ci troviamo a usare lo zoom e in questo caso è richiesto un tempo di posa leggermente più breve. Ad esempio un 1/125 di secondo. Inoltre, se la luce è molto scarsa, come già detto, è fondamentale la stabilità. La mano deve essere immobile: ecco perché, se possibile, conviene usare un supporto (per esempio un treppiede).


Il tempo di posa di 1/60, dunque, va bene per fotografare soggetti fermi o in movimento lento, come gli invitati che parlano o la sposa che cammina verso l’altare. Ma cosa bisogna scegliere se vogliamo fotografare movimenti più veloci?


Come avrai intuito, occorre abbassare I tempi. Per esempio, se si vuole fare lo scatto di bambini che si rincorrono o dello sposo in bicicletta, diventa necessario cambiare a 1/125 o 1/250 di secondo.


Infine, per I soggetti più veloce il fotografo sceglierà tempi di esposizione brevi, dai 1/500 di secondo in su, fino ai 1/2000 o 1/4000. Questo vale, tra le altre cose, per automobili in movimento o per gli eventi sportivi (di solito 1/1000).


L’esposizione, come la profondità di campo, non può che avere un impatto diretto sugli scatti e sulla qualità finale. Ecco perché queste sono regole che un fotografo di matrimoni professionista deve sempre tenere a mente, perché durante un evento come le nozze, per avere un ottimo album matrimoniale, è sempre consigliabile variare, fotografando I diversi stadi della cerimonia e vari soggetti.


Tuttavia, è anche importante considerare che non si tratta di elementi fotografici indipendenti, ma anzi, è necessario prenderli in considerazione insieme a seconda del contesto. Per esempio, I tempi di posa sono influenzati anche dalla distanza dall’oggetto o dall’angolo di visione.


Una ragione in più per rivolgersi sempre a un professionista esperto della fotografia.


Leggi gli altri articoli del blog se vuoi scoprire altri aspetti tecnici della fotografia di matrimonio.



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